
Pensioni: brutte notizie per tanta gente - (nordnotizie.it)
Una pessima notizia per una folta platea di italiani: dal 2027 l’età pensionabile salirà di 3 mesi, confermato dall’Inps
La legge Fornero prevede l’adeguamento con le aspettative di vita, e il governo deve agire entro il 31 dicembre 2026 per fermarlo. Negli ultimi anni, il sistema pensionistico italiano ha vissuto una sorta di stallo. L’ultimo adeguamento, che ha portato a un aumento di cinque mesi dell’età pensionabile, è avvenuto nel 2019. Tuttavia, con il ritorno della crescita delle aspettative di vita, dopo la pausa che ha caratterizzato il periodo pandemico, ci si aspetta un aggiustamento al rialzo.
Di conseguenza, dal 2027, chi desidera andare in pensione dovrà lavorare più a lungo. Al momento, solo il governo ha la facoltà di intervenire per bloccare questo aumento, come sottolineato dallo stesso Vittimberga, che ha definito la questione come una “scelta prettamente politica”.
Pensioni: brutte notizie se sei nato dopo quest’anno
Se sei nato dopo il 1960, le notizie riguardanti il sistema pensionistico italiano non sono affatto confortanti. A partire dal 2027, l’età pensionabile subirà un incremento di tre mesi, come confermato dal direttore generale dell’INPS, Valerio Vittimberga, durante un’audizione alla Commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali. Questo cambiamento è il risultato di un adeguamento automatico dei requisiti per la pensione legato all’aspettativa di vita, un meccanismo previsto dalla legge Fornero, che prevede una revisione biennale.

Il governo, però, non ha ancora avviato un’analisi approfondita per determinare le risorse economiche necessarie per evitare questo incremento. È importante notare che la scadenza per congelare l’aumento dell’età pensionabile non è fissata al 31 dicembre 2026, come inizialmente si pensava, ma è stata anticipata alla fine di quest’anno. Questo significa che il tempo a disposizione per prendere decisioni è limitato.
L’adeguamento dell’età pensionabile avrà un impatto diretto su tutte le principali opzioni di pensionamento. La pensione di vecchiaia, ad esempio, vedrà il suo requisito anagrafico innalzarsi a 67 anni e 3 mesi. Anche per la pensione anticipata ci saranno delle modifiche: il requisito contributivo passerà da 42 anni e 10 mesi a 43 anni e 1 mese, con una riduzione di un anno per le donne. Questi cambiamenti non riguardano solo le pensioni di vecchiaia e anticipata, ma si estenderanno anche alle opzioni contributive, aumentando rispettivamente a 71 anni e 3 mesi e 64 anni e 3 mesi.
In un contesto in cui si parla di “nuovi esodati”, Vittimberga ha illustrato che esistono possibili soluzioni per coloro che hanno aderito a piani di scivolo come l’isopensione o il contratto di espansione. Tali accordi, regolati da contratti tra aziende e lavoratori, potrebbero essere modificati per coprire il periodo di attesa di tre mesi prima della pensione. Tuttavia, la questione rimane complessa e non priva di incertezze.
Una delle principali difficoltà che il governo deve affrontare riguarda la ricerca delle risorse necessarie per congelare l’adeguamento dell’età pensionabile. Secondo stime dell’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero, il costo per evitare l’aumento è di circa 4 miliardi di euro. Questa somma dovrà essere contemplata nella legge di Bilancio 2026, ma la situazione economica attuale non è delle migliori. Nel Documento di economia e finanza (DEF) recentemente approvato, le previsioni di crescita sono state riviste al ribasso, passando dall’1,2% allo 0,6%.
In un contesto di stagnazione economica, sarà estremamente complicato per il governo trovare le risorse necessarie per mantenere l’attuale età pensionabile. Parallelamente, il governo dovrà anche affrontare altre priorità, come il mantenimento del taglio del cuneo fiscale, che richiederà ulteriori risorse. Questo scenario complesso mette in evidenza la difficoltà del governo nel gestire le aspettative di un’ampia fascia della popolazione, in particolare coloro che si trovano a pochi anni dalla pensione.